Pulizie di primavera
🏃🏻♂️🏃🏻♂️ L’occasione per fare un punto sulla situazione di A cosa penso quando corro?
Il tiepido sole di questi giorni ha scaldato le corse di marzo, che mi stanno accompagnando a grandi passi verso l’evento che durante l’anno attendo con maggiore impazienza: il cambio di orario primaverile. Che nel 2024 corrisponde al giorno in cui si mangia l’uovo di Pasqua: non riesco a trovare oggettivi difetti al sopraggiungere di questo evento - sento già le lamentele di alcunə che obietteranno il fatto che, andando spostate le lancette in avanti, si dorme un’ora in meno.
Il paesaggio mentale che pervade le corse di questo periodo sereno è dominato dalle foto di tantissimə amicə che stanno gareggiando in Italia e in Europa su un ampio spettro di discipline podistiche.
Lo scorso weekend ci sono state due importanti gare nazionali a cui hanno preso parte tante persone che seguo e ammiro per il loro percorso umano e sportivo.
In Veneto si è corsa l’Ultrabericus: un trail di 65 kilometri con circa 2500 metri di dislivello. E poi è stata un’emozione vedere foto dalla Run Rome The Marathon: quasi due anni fa proprio questa gara è stato il mio battesimo sulla maratona - ricordi indimenticabili, dei più vividi.
Galvanizzato e ispirato dal vedere tante persone che centrano i propri obiettivi, o li utilizzano come banco di prova per prendere la mira verso mete ancora più alte, questa settimana ho cominciato a lavorare a una delle puntate più ambiziose, difficili, sfidanti ed emozionanti che abbia mai prodotto.
Sto coinvolgendo (e coinvolgerò) tantissimə runner di tutti i livelli e di tutti i tipi all’interno di una discussione a più voci che si concretizzerà proprio qui su A cosa penso quando corro? Non so neanche dare una data di uscita a questa puntata, perché voglio sia il più completa, partecipata e ragionata possibile. Restate connessə per non perdervela nelle prossime settimane.
Per ora, non abbandonate questa puntata riflessiva e di passaggio, perché in fondo c’è un sondaggio con il quale mi piacerebbe raccogliere la vostra opinione su A cosa penso quando corro?
In questa puntata
Bruciare i tempi
Un po’ di numeri su questa Newsletter
Cosa è diventata per me ACPQC?
Cosa ne pensi di ACPQC? Un sondaggio per voi
Bruciare i tempi
Vi aspetta un incipit filosofico sul modus operandi che ha cominciato a guidare la mia scrittura.
Torno sulla puntata speciale di cui ho vi parlato poco fa: per un attimo ho pensato di bruciare i tempi e pubblicare il risultato parziale di questa discussione già questa settimana.
Ci ho ripensato. Avere una newsletter settimanale mi ha insegnato la legge non scritta dei tempi tecnici da rispettare, che valgono anche per un medium apparentemente molto ragionato e poco impulsivo come la scrittura: lasciare sedimentare le idee quel tanto che basta per vederle sbocciare (o appassire) è una pratica che fa la differenza tra un pezzo che invecchia bene e uno che invecchia male.
E poi, in fondo, chi mi corre dietro? Vale la pena sacrificare la qualità in nome del - non saprei neanche che termine usare - efficienza creativa? (Termine terribile)
Insomma, bruciare i tempi non conviene quasi mai: né se si tratta del ritorno da un infortunio, né se si tratta di una newsletter. Dovrei averlo imparato in quasi due anni di scrittura di questo appuntamento settimanale, ma è ancora facile cadere nei tranelli della fretta, o FOMO - la famigerata Fear of Missing Out, o paura di perdere treni che potrebbero non passare più.
Maturare nel proprio progetto creativo significa forse anche dimostrare che ce la si può fare nonostante non si sia saltati su qualche treno che con il senno di poi si sarebbe rivelato giusto?
D’altra parte, scrivendo ho scoperto che il treno della creatività e delle buone idee non è che passa: piuttosto, va fatto passare - c’è una frase molto bella di un autore americano di cui non ricordo il nome che recita più o meno così: «Se l’ispirazione mi cerca ditele che mi trova ogni giorno alla mia scrivania alle 9 del mattino».
Un po’ di numeri dietro al mio progetto
A cadenza regolare mi piace parlare in tutta franchezza del dietro le quinte di questo progetto, a partire dai dati più tangibili che ho a disposizione: i numeri di questa newsletter. È un esercizio che mi serve per imparare a contestualizzare la realtà che raccontano questi stessi numeri: un esercizio di trasparenza - vedetelo come il mio bilancio pubblico.
Le persone iscritte ad A cosa penso quando corro? sono poco meno di 200: «numeri che fanno girare la testa». Non (solo) per citare l’Ingegner Cane, ma perché senza alcun tipo di retorica (credetemi) questo traguardo sarebbe stato impensabile anche solo tre mesi fa.
Ma se l’esperienza insegna che questo numero è una vanity metric - valutare la qualità di una newsletter dal numero di iscritti è un po’come giudicare etica e moralità di una persona a partire dall’abbigliamento - il dato che più mi piace leggere è quello sul tasso di apertura delle mail: circa il 60% di chi riceve la notifica di uscita di una nuova puntata apre la propria casella mail, o l’app Substack.
Difficile esprimere il senso di gratitudine che provo per la risposta che sto avendo.
Cambiamenti
Chi mi segue da un po’ di tempo avrà notato che da circa sei mesi questa newsletter è cambiata profondamente. Si è specializzata.
La mia idea iniziale era quella di usare la corsa come scusa per parlare di quello che mi passava per la testa. Per un po’ ha funzionato: poi, mi sono accorto che questo tipo di narrazione non era efficace.
La corsa, usata solo ed esclusivamente come espediente letterario per scendere in trattazioni disparate (attualità, senso dello studio, filosofia), era un collante debole. Un tipo di format basato su idee masticate di corsa sarebbe stato più adatto a un Vlog, o a un podcast (ho seri dubbi su questo); meno con un tipo di comunicazione scritta.
In breve: non mi posizionavo da nessuna parte
Per alcuni potrebbe sembrare un pregio: anche a me lo sembrava, lo confesso. Vivere fuori da qualsiasi tipo di costrizione, casella, nicchia. Relativamente presto mi sono accorto che per un format ripetitivo e rituale come l’uscita di una newsletter questa libertà rischia di diventare una condanna.
Proprio per questo a ottobre ho preso una decisione chiave per la mia intera vita creativa: da quel momento A cosa penso quando corro? avrebbe parlato solo di running. Una scelta non scontata: all’epoca temevo avrei allontanato quelle persone che si erano iscritte per leggere quello che mi passava per la testa. L’istinto, il buonsenso e una buona dose di contenuti sulla scrittura di newsletter mi hanno convinto che la corsa sarebbe dovuta essere, nelle sue infinite sfaccettature, protagonista preponderante e filo conduttore di questo spazio.
Ad oggi, nella loro infinita pochezza i numeri hanno confermato la bontà della mia scelta. E la cosa più importante è che io sono felice e appagato della mia decisione.
Amo parlare di corsa e amo parlare di sport. Circoscrivere l’ambito di azione della mia scrittura mi alleggerisce, mi permette di togliere variabili dal tavolo di lavoro e di vivere con serenità il mio rapporto con la scrittura
Comunque, per i più curiosi, in fondo alla puntata c’è una selezione dei miei pezzi perferiti della prima stagione di A cosa penso quando corro?
A voi la parola
Care lettrici e cari lettori, come promesso è ora di lasciarvi la parola.
Qui di seguito trovate il link a un sondaggio che, prometto, non vi porterà via più di cinque minuti. Le risposte che mi darete - che, sottolineo, sono completamente anonime -mi permetteranno di comprendere in maniera più chiara il vostro punto di vista sulla mia Newsletter, e aiutarmi a capire se la direzione che nella mia testa sta prendendo questo appuntamento è allineata alle vostre aspettative e punti di vista preziosi.
Grazie a ognunə di voi: a chi c’è statə dall’inizio e a chi c’è solo da poche puntate. Nulla di quello che avete fatto per me passa inosservato e ho il cuore pieno di gratitudine.
Letture da A cosa penso quando corro? parte 1
Per i lettori e le lettrici più temerariə, qui una breve selezione di alcuni tra i pezzi della prima fase di A cosa penso quando corro? Non sono necessariamente i miei preferiti, ma portano temi non sportivi che mi stanno molto a cuore - in alcuni riconosco un tono giovanile (relativamente al mio scrivere newsletter) che mi suscita sentimenti a metà tra commozione e una leggera risata.
E sono (quasi) tutti rigorosamente accompagnati dall'immagine di copertina di Dall-E.
Cosa ho imparato all’università (che mi è tornato utile per vivere) - Gennaio 2023
Il mostro uni non ha paura - Febbraio 2023
A cosa serve l’arte - Settembre 2023
A cosa serve la letteratura - Ottobre 2023
Una settimana in Romagna - Maggio 2023
Ha senso studiare Storia oggi? - Agosto 2023
Storia di un incontro con Milano - Settembre 2022 (A cosa penso quando corro? usciva di giovedì)
In ogni caso, qui trovi l’archivio completo di A cosa penso quando corro?
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Come sempre, l’immagine finale è di Dall-E. Il prompt è il seguente: an oil painting in the style of cezanne of a man sitting at a table with a pen and a sheet. He is starring at a blue sky outside a window high on the wall