“Ragazzi, è stato un piacere conoscervi. Beh, un piacere, ecco… sarebbe stato meglio fosse stato in altre circostanze. Beh, comunque è stato un piacere”.
Quattro giorni di conversazioni a Forlì con perfetti sconosciuti sono andate esattamente così.
Il fango che lega esistenze che, almeno per questa volta, avrebbero preferito non intrecciarsi. Con buona pace di tutti.
Proprio in queste sere riguardavo per l’ennesima volta la trilogia del Signore degli Anelli - la trilogia è la mia serie di comfort, quello che guardo quando e se non ho voglia di impegnarmi a guardare qualcosa di nuovo. In situazioni stressanti è un porto sicuro a cui tornare, ecco.
Durante il suo viaggio verso Mordor per distruggere l’anello che racchiude tutto il male della più malvagia creatura della Terra di Mezzo, il protagonista Frodo - un pacifico hobbit che fino all’altro ieri se ne stava nella Contea a far niente, tra verdi alberi e campi dorati, le serate con gli altri amici, lontano da guai ed avventure - dice a Gandalf:
Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!
Risponde Gandalf - di gran lunga la persona più saggia della compagnia che ha il compito di scortare Frodo tra orchi, goblin e demoni:
Anch’io, come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.
Ho passato buona parte di questi anni passati a credere che la più desiderabile delle situazioni fosse una sorta di insensibilità dell’animo agli stimoli esteriori, accettando quello che accade con il più atarassico degli atteggiamenti e reagendo nella maniera più calcolata possibile.
Condannando, anzi, i moti dell’animo e ricacciando qualsiasi tipo di sentimento. Invece che abbracciare i miei stati d’animo, ho usato la fermezza del saggio come antidoto non contro le cose ma contro me stesso, e quindi per reagire di conseguenza nella maniera più lucida possibile.
Diceva Pasolini che il cinismo è un santo antidoto agli “stringimenti di cuore”. Forse è per questo che per tanto tempo ho abbracciato un modo di vivere che mira a separare con minuzia chirurgica ciò che mi succede dalle emozioni?
Un modo di vivere che definisce la saggezza come capacità di rigettare qualsiasi tipo di emozione mi possa toccare.
Oggi non sono più sicuro che la saggezza sia questo. Così come continuo a ritenere dannoso e inutile abbracciare incondizionatamente gli stati d’animo facendomi sopraffare da quanto di irrazionale questi modi di essere portino con sé, allo stesso modo ritengo che parte della nostra forza sia quella di accettare questi stati d’animo, riconoscerli e rispettarli.
Proprio come Gandalf. Anche Gandalf, dall’alto della sua saggezza, nutre il desiderio che tutto ciò che è accaduto nella Terra di Mezzo non fosse mai successo.
Il saggio abbraccia il lato umano delle sue emozioni, ma è consapevole che dipende da lui e da lui soltanto come reagisce a quello che accade.
Per questo sì: in fondo è stato un piacere conoscere queste persone. La malinconia e la gratitudine di questi giorni sono sentimenti a cui ho cercato di aprirmi nella mia intimità e a cui reagire con i miei gesti.
Non so se si esca migliori da questi tempi e da queste cose: per ora conosco lo spirito con cui li si attraversa. Un passo alla volta.
Di nuovo, niente Dall-E. Anche in questo caso, gli scatti di Francesco Pio Marasco da viale Bologna a Forlì. Trovate foto e reportage dalle zone più colpite di Forlì sul suo profilo Instagram.