Italia campione: Episodio 6
🇬🇷 Atene 2004: -6 giorni alla maratona Olimpica di Parigi 2024. Da qui alla gara raccontiamo le maratone olimpiche più iconiche, e le storie incredibili di atleti e paesi ospitanti
Intro - Divagazione norvegese parte 2
Buon giorno e buona seconda domenica di olimpiadi.
Seconda settimana di ferie, sempre nel Nord della Norvegia. O almeno a metà. Questo episodio l’ho incominciato da Bodø e l’ho finito a Bergen, ben più a sud, alle latitudini di Oslo. La prima città (oddio, città, paesone) è un affaccio sul mar di Norvegia, punto di partenza per i traghetti diretti alle Lofoten. A levare Bodø dal limbo di città di passaggio (stigma che centri di dimensioni eguali come Narvik o Harstad non si sono tolti, nonostante la presenza di sedi distaccate dell’Università dell’Artico) ci ha pensato la prestigiosa assegnazione del titolo di Capitale Europea della Cultura 2024. Non c’è casa della periferia o negozietto del centro che non esponga una bandierina giallo e nera del Bodø/Glimt, che gli appassionati di calcio ricorderanno come avversario della Roma di qualche anno fa.
Bergen è un altra storia: città vera, forse il centro turistico della Norvegia, con il suo Havn di casette di legno colorate, il mercato del pesce, le turistate (da cui i locali si tengono ben lontani). Qui si sente parlare meno del SK Brann, la squadra della città: è una storia di chiaroscuri, di salite dalla seconda divisione e di discese altrettanto rapide - per dire, negli ultimi due anni ci sono state in fila una promozione e un secondo posto.
Ma siamo qui per parlare di Olimpiadi
Mentre io parlo di squadre di calcio norvegesi, forse alcuni di voi sapranno che a Parigi ci sono le Olimpiadi.
Casi eclatanti ne abbiamo avuti? È normale, sono le Olimpiadi, non può mai essere solo sport - specie per un edizione se possibile condizionata dal letamaio scatenato sui social ancor più di quanto non sia successo nel 2021. Il racconto non può fermarsi allo strapotere dinastico di Katy Ledecky, alla rinascita di Simone Biles, alla storia incredibile della squadra di basket del Sud Sudan, all’uomo in missione Joshua Cheptegei. Parigi 2024 è immersa in un contesto di episodi di costume, come Kim Yeji, la tiratrice sudcoreana uscita da un’allucinazione cyberpunk, o sociali-ambientali, come la travagliata vicenda dell’acqua della Senna, con i timori dei triatleti per aver ingerito qualche sorsata di troppo. Per non dire poi della madre di tutte le polemiche olimpiche: lo scontro (di civiltà, mi verrebbe da dire) sul caso Carini-Khelif. Più o meno tutti coloro che abbiano a propria disposizione un accesso a Internet si sono sentiti in diritto di intervenire: ministri, primi ministri, l’esercito italiano di allenatori della nazionale, fisioterapisti, giornalisti; e ancora, Elon Musk, Jake Paul - per dirne due. Insomma, non tutti esperti con un minimo di cognizione di causa su tematiche molto vaste - sicuramente molto pochi di questi sono papabili per il premio Nobel per la pace.
Quello che manca a me per portare un qualsiasi commento che dia valore senza aggiungere rumore, e quello che credo sia mancato a molti di coloro che, a vari livelli di esperienza nei propri relativi campi, hanno detto la propria sono due cose:
Competenza.
Tempo per l’approfondimento.
Di commenti sicuramente più centrati di quello che vi potrei dare io è pieno internet. Di nuovo, c’è un bel letamaio social in cui cercare di non sprofondare nel formare la propria opinione.
Vittoria Italiana
Ultima storia di maratona olimpica prima della gara di Parigi 2024.
Da Atene 1896 ad Atene 2004. Sono passati vent’anni per noi, e 108 tra la prima edizione dei giochi moderni e il ritorno delle gare a casa loro. Siamo partiti con Spyridon Louis e finiamo con un emiliano - come Dorando Pietri, l’italiano di Londra 1908. Stefano Baldini è il secondo italiano a vincere una maratona olimpica: se togliamo dal quadro Dorando Pietri e il plauso sempiterno del pubblico di Londra - per cui il garzone sarà sempre il campione - a livello ufficiale il primo azzurro a dominare la distanza è stato Gelindo Bordin a Seoul 1988.
Ma la storia dell’ultima medaglia olimpica di un italiano in una maratona non è così semplice. Tra Baldini e l’oro c’è un brasiliano di nome Vanderlei De Lima. Il problema è che anche tra Vanderlei De Lima e l’oro c’è qualcuno, e qualcosa. Il qualcuno è un prete irlandese di nome Cornelius Horan, che gli appassionati di Formula 1 ricordano per un episodio bizzarro come solo può esserlo un’invasione di pista praticamente suicida nel pieno del Gran Premio inglese di Silverstone 2003. Il qualcosa è il messaggio del prete: Leggete la Bibbia.
Il corpo strattonato del podista brasiliano diventa suo malgrado il significante per il messaggio di evangelizzazione di Cornelius Horan - che per la cronaca non viene arrestato e pianifica di colpire niente meno che i Mondiali di Germania 2006.
Vanderlei De Lima, Stefano Baldini, inseguito e inseguitore. Un ultimo treno olimpico: una fuga di oltre quindici chilometri sulle colline dell’Attica per agganciare un sogno. La consapevolezza di aver assistito a una prova brutale per temperature e profilo altimetrico del percorso, culminata in trenta secondi di delirio che satureranno il racconto di quella maratona con i gas della domanda più scomoda di tutte: E se…?
Potete ascoltare la storia completa della Maratona di Atene 2004 su Storie di Corsa, il mio podcast.
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Questo era l’ultimo episodio della serie di avvicinamento alla maratona olimpica. Grazie a chiunque abbia letto tutte o solo alcune di queste puntate, sperando di avervi fatto almeno un po’ di compagnia durante questa calda estate.
Se sì, lasciate un commento all’episodio o a quelli precedenti, scrivetemi i vostri feedback su cosa avrei potuto fare meglio, consigliate A cosa penso quando corro e storie di corsa?
Qui sotto trovate tutti gli episodi precedenti della serie.
Episodi precedenti della serie
Atene 1896 🇬🇷
Londra 1908 🏴
Berlino 1936 🇩🇪
Roma 1960 🇮🇹
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