La strana storia della maratona di Pyongyang
E poi: siamo nella pausa tra gli europei di Apeldoorn e i mondiali di Nanchino
Buongiorno a tutte e tutti!
Bentornati su A Cosa Penso Quando Corro?, la newsletter che corre sul filo dell’overtraining.
La solita presentazione di questa newsletter: A Cosa Penso Quando Corro? è uno spazio in cui si parla di running, come sport da guardare, come sport da praticare; come fatto sociale, economico, culturale e introspettivo.
E che esce ogni due domeniche alle 10 del mattino.
Per recuperare le puntate precedenti potete consultare l’archivio di ACPQC?
Indice:
La strana storia della maratona di Pyongyang
Vita in Corea del Nord (ft. Mappe)
La Maratona di Pyongyang: una breve storia
E quindi: che ne sarà della Maratona di Pyongyang?
Dagli europei di Apeldoorn…
… Ai mondiali di Nanchino
Una puntata di ACPQC? da rileggere
Alla fine della fiera sono un uomo di marketing - per quanto ci provi a nascondere, per come posso, questa parte residuale (mi dico) della mia persona. È pur sempre il mio lavoro, come potrei non esserne condizionato? Non fraintendetemi, metto subito le mani avanti: credo che il marketing non sia neanche un 5% della mia personalità. D’altronde è molto più sano prendere uno sport di endurance, massacrante per corpo e mente, e farne il 100% della propria personalità, giusto?
Sproloqui a parte, è pur sempre utile avere una conoscenza di base di quello che succede sotto l’epidermide liscia e luminosa degli schermi: dove un esercito di gnomi dalle orecchie indiscrete, fasciati da una divisa brandizzata con il logo di quella o quell’altra big tech, ascoltano tutto quello che succede nelle nostre vite; per poi rivoltarlo contro di noi sotto forma di pubblicità altamente personalizzata. O qualcosa del genere. Bene, grazie alla banner blindness a cui mi ha portato l’iper-esposizione reiterata a pubblicità che abbiano qualsiasi tipo di connessione con la corsa e agli anticorpi professionali alle adv online, la mia reazione quando mi sono ritrovato targetizzato da un annuncio che mi invitava a iscrivermi alla Maratona Internazionale di Pyongyang è stata il classico mix di indifferenza e di insensibilità.
Vedi l’annuncio una volta: scrolli. Due volte: scrolli. Tre volte: scrol… no, aspetta un attimo, ho letto bene? PYONGYANG MARATHON? Ma come Pyongyang? Cioè proprio Pyongyang, Corea del Nord? Ma non è uno dei luoghi più inaccessibili del mondo?
E invece avevo letto bene. Il 3 marzo 2025 comincia a circolare questo post che annunciava che le iscrizioni alla 31esima Maratona Internazionale di Pyongyang del 6 aprile 2025 sono aperte!
L’annuncio dell’apertura delle iscrizioni arriva la settimana successiva allo storico rientro della prima tornata di turisti occidentali in Corea del Nord, dopo che dal 2020, in concomitanza con le severe restrizioni innescate dal COVID-19, i confini del Paese erano rimasti chiusi a tempo indeterminato, salvo un’eccezionale riapertura a partire da febbraio 2024 ai turisti russi (in poco più di un annone sono entrati circa un migliaio). Un approfondimento si trova in questo articolo del Post.
Spiega l’articolo del Post, che a organizzare i tour in Corea del Nord è un operatore britannico con sede a Pechino di nome Koryo tours, specializzato in viaggi nelle terre del regime di Kim Jong-Un. L’agenzia di viaggi ha il permesso di costruire gruppi di massimo tredici persone, e la zona che è possibile visitare (sempre tassativamente sotto la vigilanza strettissima delle guide e degli accompagnatori) è l’area speciale di Rason, nel nord del Paese, vicino al confine con la Cina - impossibile pensare a un avvicinamento dalla Corea del Sud, visto che è di pochi giorni fa la notizia di una recrudescenza delle tensioni tra le due Coree in seguito ad alcuni gravi incidenti scatenati durante una serie di esercitazioni militari di Seoul e gli Stati Uniti.
Vita in Corea del Nord
Ma perché dovreste ascoltare me per sentito dire quando domani su Mappe uscirà un’intera intervista a un italiano che in Corea del Nord c’è stato sul serio? È con grandissimo piacere che torno a ospitare
su ACPQC.Andrea ha chiacchierato con Reda Lahli, uno dei coordinatori dei viaggi di SiVola, che è da poco tornato dall’ultimo dei viaggi occidentali in Corea del Nord. La chiacchierata completa uscirà domani, lunedì 17 marzo 2025 su Mappe.
Andrea, cosa ci puoi anticipare della tua chiacchierata con Reda Lahli?
L'ultimo gruppo di turisti occidentali a uscire dalla Corea del Nord, prima che venissero nuovamente richiuse le frontiere, è proprio quello dove figuravano Nicolò Balini - in arte Human Safari, e domani esce anche il suo video sui giorni in Corea - e Reda Lahli, uno dei più conosciuti coordinatori di viaggio di SiVola.
Ecco, la chiacchierata con Reda non me la scorderò per diverso tempo. Mi ha stupito sentire parlare così tante volte del controllo maniacale da parte delle guide che seguivano il gruppo di circa venticinque persone di cui facevano parte, così come delle tracce di propagandismo in qualsiasi cosa abbiano fatto nei quattro giorni di visita (3-6 marzo).
Durante la visita dei due italiani, le guide hanno sempre menzionato i confini con Cina e Russia, senza menzionare la Corea del Sud. Qualsiasi parola scambiata con le guide è stata la prova di un Paese totalmente estraniato, inaccessibile a qualsiasi informazione proveniente dall'esterno.
Con le frontiere rimaste aperte per poche settimane, è davvero difficile capire perché il regime coreano abbia deciso di riaprire e poi richiudere i confini. Quello che resta, come mi ha riferito Reda, è "una nazione intera che è sembrata prestarsi per pochi giorni a una recita collettiva".
Non perdetevi l’intervista completa a Reda sul suo viaggio in Corea del Nord nella puntata di domani di Mappe. E poi, non dimenticate di iscrivervi e supportare il bel progetto di Andrea! E fateci sapere se vi piacerebbe leggere più cose sulle intersezioni tra sport e geopolitica.
La Maratona di Pyongyang: una breve storia
La storia dei turisti occidentali in Corea del Nord ha fatto appena in tempo a diventare una notizia che già il governo di Kim Jong-Un ha fatto retromarcia, e tre settimane dopo la riapertura ha già disposto la chiusura dei confini, senza troppe spiegazioni. Il mio primo pensiero quando ho letto la notizia è stato: che ne sarà della Maratona Internazionale di Pyongyang? Nonostante una pausa tra il 2020 e il 2024, la maratona resta un evento di rilievo nella primavera nordcoreana; va bene, ci saranno cose più importanti a cui pensare, ma un'eventuale cancellazione della maratona non andrebbe liquidata con troppa superficialità, ecco.
Intanto, la gara - o meglio le gare, visto che ci saranno tre distanze oltre la maratona (mezza maratona 10k e 5k) - ha una sua importanza storica, che se per noi occidentali può essere irrilevante, ha invece un peso nella memoria del podismo asiatico. Quello che dalla nostra prospettiva eurocentrica chiamaiamo Estremo Oriente - e più nello specifico l’isola di Giappone e la penisola di Corea - ha una grande tradizione podistica, che affonda le proprie radici già agli albori del nuovo corso delle Olimpiadi moderne, all’inizio dello scorso secolo (e, come raccontavo qualche mese fa, si sta rafforzando proprio in questi anni anche in Cina). Della dolceamara vicenda di un podista di origine nordcoreana ho parlato la scorsa estate in una puntata della mini-serie sulle maratone olimpiche: è la medaglia d’oro di Sohn Kee-Chung alla Maratona delle Olimpiadi di Berlino 1936 (recuperate qui la puntata). La gara si corre già dal 1981, sessantesimo anniversario di una originale maratona di Pyongyang corsa nel 1921. Se dobbiamo parlare dell’opportunità della scelta del tipo di evento su cui imperniare la riapertura agli internazionali, quindi, la maratona è un’opzione sensata: più di quanto non lo possa essere - che so - una gara ciclistica: ve l’immaginate una classica lungo il fiume Taedong? (Per restare sui deliri sportivi di uomini di comando dalle tendenze autoritarie che fanno parlare di sé in questi giorni, in tempi non sospetti Trump aveva organizzato una gara ciclistica a tappe negli Stati Uniti: il Tour de Trump, che però cambiò quasi subito il suo nome in Tour DuPont. Chiusa parentesi).
All’interno di un regime è difficile distaccare un evento di massa dai messaggi celebrativi dell’apparato dirigente, e le occasioni di riapertura agli occidentali per la maratona, (dal 2000 al 2013 solo ai professionisti, dal 2014 al 2019 anche agli amatori), sono state lo spunto per inscenare grandi spettacoli corali. Ad esempio, ancora nel 2012 la gara era tenuta per celebrare i cento anni del Pater Patriae Kim Il Sung (nonno dell’attuale leader Kim Jong-Un). Quell’edizione, tra l’altro, passò alla storia per uno dei finali più vicini di sempre: al primo e secondo classificato, rispettivamente l’ucraino Oleksandr Matviychuk e il nord coreano Pak Song Chol, vennero assegnati tempi identici (2’12”54), ma non si capisce se per cavalleria o al fotofinish la vittoria fu poi assegnata all’ucraino. In anni più recenti, basta cercare le immagini che arrivano dall’enorme stadio Rungrado 1st of May Stadium, punto di partenza e di arrivo della gara, per rendersi subito conto dello spettacolo imbastito dall’organizzazione. Prendiamo questo video, del 2019:
Nessuno parla. In uno stadio da 150,000 persone non volerebbe una mosca se non fosse per i click dei fotografi (già di per sé è una notizia) e il rumore dello sventolare di 50,000 ventagli di plastica gialla ritmicamente mossi da altrettanti nordcoreani sugli spalti. Notare la sobria eleganza della divisa dei giudici di gara, che si rivedono in più video e foto postate online: il dettaglio più interessante è che per quanto gli abiti sembrino della stessa foggia, le cravatte dei giudici maschili sono tutte diverse per forma, colore, pattern e nodo.
Il canale YouTube di Koryo tours mostra alcune delle immagini delle maratone degli anni precedenti per pubblicizzare i suoi pacchetti per la partecipazione alle gare. Questo video del 2015, con il suo coloring bello desaturato e una vibe festaiola-straniante sembra il trailer di un documentario.
Ovviamente, l’importanza della gara non si esaurisce nelle questioni storiche e simboliche. Ad oggi, la Maratona Internazionale di Pyongyang rappresenta forse l’unica occasione in cui decadrebbe il divieto per i turisti occidentali di visitare la capitale della Corea del Nord. Sul sito di Koryo tours - che ha ovviamente mantenuto l’esclusiva anche per i pacchetti che includono la maratona - si trovano una serie di informazioni interessanti. Ad esempio, nel corso della maratona ai turisti stranieri sarà concesso di fare foto e video della propria esperienza - resta il divieto a non fotografare poliziotti, militari ed edifici governativi (viene pur sempre richiesta e consigliata una certa discrezione nel filmare e fotografare). Allo stesso tempo, l’operatore ricorda il tassativo divieto di utilizzare orologi GPS e/o di pubblicare l’attività su Strava - ricordate che se un’attività non è su Strava, allora non è mai esistita. Vale la pena ricordare che il viaggio non ammette accompagnatori: niente famiglia, amici, fidanzati ad aspettare i prodi maratoneti festanti al traguardo.
E quindi: che ne sarà della Maratona di Pyongyang?
Con la nuova, improvvisa chiusura dei confini della Corea del Nord, a poco più di tre settimane dallo start la Maratona di Pyongyang 2025 resta in bilico. Tutto resta aleatorio, le informazioni si racimolano alla giornata, anche seguendo il delicato gioco degli incastri geopolitici in atto sulla penisola di Corea e nelle zone vicine. Anche la formula con cui la gara sarà proposta la gara, qualora dovesse essere confermata resta incerta. Alla fine ci sarà una deroga agli amatori internazionali? O sarà un evento riservato ai nordcoreani?
La speranza di vedere la partecipazione di un pool allargato di podisti resta nelle forme della tempestività dell’ultimo blogpost sulla maratona pubblicato da Koryo tours (è del 14 marzo 2025, e contiene le FAQ sulla gara).
Più di questo non sappiamo. La Corea del Nord sembra essere destinata a rimanere un enigma che neanche lo sport riesce a decifrare.
Dagli europei di Apeldoorn…
Lo scorso weekend (6-9 marzo 2025) ad Apeldoorn, nei Paesi Bassi, ci sono stati gli europei indoor di atletica leggera. È stato un bello spettacolo, per vari motivi. Intanto, l’abbondanza di big in gara ha alzato di molto l’asticella del percepito collettivo, e quindi anche un evento tutto sommato mediaticamente circoscritto è riuscito a scollinare i paletti della nicchia e ad interessare gli appassionati di sport tout court - ma non solo, perché ormai personaggi come Mattia Furlani e Larissa Iapichino (ma anche stranieri come Jakob Ingebrigtsen o Femke Bol) stanno entrando a far parte della cultura pop italica. Da un punto di vista puramente italocentrico, poi, c’è l’orgoglio di trovare conferme in una nazionale azzurra fortissima, che si è riuscita a imporre ancora una volta come una superpotenza europea dell’atletica.
Ne ho parlato a inizio settimana su Ultimo Uomo, e per approfondire vi rimando alla lettura di L’Italia è ancora al centro dell’atletica.
Mi rendo conto di non avere dato spazio sufficiente al meraviglioso oro di Zaynab Dosso nei 60 metri femminili. È stata una gara dominata sin da un’uscita dei blocchi perfetta, sfruttando al meglio il fatto che la favorita, la svizzera campionessa europea in carica Mujinga Kambundji, aveva ricevuto un’ammonizione alla partenza (gara ripetuta; e comunque anche alla prima falsa partenza Dosso era partita come un razzo); a Zaynab Dosso, ci vogliono sette secondi e un centesimo per arrivare al traguardo (7”01 è nuovo record italiano e World Lead stagionale). Nulla hanno potuto fare le runner up più agguerrite, né la stessa Kambundji (seconda in 7”02), né Ewa Swoboda, fuori dal podio in favore dell’olandese Van Der Weken.
… Ai mondiali di Nanchino
A neanche due settimane dalla conclusione degli europei indoor, dall’altra parte del Mondo, a Nanchino in Cina, stanno per partire i mondiali indoor - si terranno nel weekend del 21-23 marzo 2025. Il fatto che gli europei e i mondiali indoor si trovino a distanza di giusto un paio di settimane, e che mondiali indoor e mondiali outdoor si tengano nel corso dello stesso anno è frutto di un particolare incastro di eventi che ha la propria origine ancora ai tempi del COVID. Ma andiamo con ordine.
La programmazione dei calendari dell’atletica prevede che i mondiali outdoor si tengano ogni due anni negli anni dispari - per non interferire con le Olimpiadi - e che i mondiali indoor si tengano a inizio stagione negli anni pari - lo scorso anno si sono regolarmente tenuti a fine marzo, a Glasgow. Attorno a questi grandi eventi gravitano, poi, tutti i campionati continentali e regionali, disposti dalle federazioni in modo da non sovraccaricare i calendari degli atleti in vista degli eventi maggiori; oltre a questi, ovviamente, ci sono gli appuntamenti della Diamond League, del World Indoor Tour, i meeting nazionali, i meeting specifici per disciplina (proprio la scorsa settimana c’è stato il Mondo Classic, organizzato da Mondo Duplantis per gli astisti), e da quest’anno ci sarà anche la Grand Slam Track (da inizio aprile).
Insomma, tutto si gioca sull’equilibrio di una fine programmazione, che ha come obiettivo quello dell’appetibilità agli occhi degli atleti: un mix tra blasone della gara, profondità del pacchetto di atleti in competizione e (non ultima) attrattività economica - a questo proposito dall’altra parte dello stagno gli statunitensi di Citius Mag hanno fatto i complimenti all’Europa dell’atletica. Ma allora perché i mondiali indoor si sono tenuti in un anno dispari, a congestionare un già di per sé ricchissimo calendario di eventi internazionali? I mondiali di Nanchino si sarebbero dovuti originariamente tenere addirittura nel 2020! E sono i mondiali rinviati nell’anno del COVID. World Athletics, invece che eliminare l’edizione e chiudere la faccenda, ha preferito protrarre l’evento fino ad oggi.
E così, le delegazioni di tutto il mondo stanno volando in Oriente. Per l’Italia partiranno diversi medagliati dell’europeo di Apeldoorn: ci saranno gli ori Zaynab Dosso e Andy Diaz, l’argento Mattia Furlani (che ha promesso che sarebbe atterrato in Cina con largo anticipo per masticare la pedana a sufficienza e non incorrere negli stessi problemi in rincorsa patiti in Olanda), e il bronzo Andrea Dallavalle. Paritranno anche alcuni atleti che hanno lasciato l’Olanda con l’amaro in bocca, come Manuel Lando (quarto ad Apeldoorn nel salto in alto dopo una gara bellissima), Eloisa Coiro (quarta negli 800 metri dopo una gara coraggiosa), Lorenzo Simonelli (dopo l’argento mondiale indoor di Glasgow e l’oro europeo di Roma 2024, non si è qualificato alla finale dei 60 metri ostacoli per due centesimi) e soprattutto Leonardo Fabbri: domenica 9 marzo lo abbiamo visto in lacrime dopo la mancata qualificazione alla finale del lancio del peso.
Una puntata di ACPQC? da rileggere
Nello iato tra gli europei e i mondiali, l’atletica in giro per il mondo continua con le sue faccende. Ci sono due atleti giovanissimi che stanno continuando a far parlare di sé, dopo essere diventati tra i più giovani medagliati olimpici dello scorso anno.
Il primo è Quincy Wilson, classe 2008, specialità 400 metri, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi per gli Stati Uniti nella 4x400 metri maschile. Ai New Balance Nationals Indoor 2025, in un testa a testa con un’altra promessa dell’atletica statunitense, Andrew Salvodon, Wilson ha vinto con un 45”71 che è il secondo tempo di sempre per atleti di High School - il record nazionale nonché World Lead 2025 per la categoria U18 (45”66) appartiene sempre a lui (lo ha fatto registrare lo scorso 2 febbraio a Boston).
Il secondo è Bayanda Walaza, classe 2006, campione del Mondo U20 per il Sudafrica sia sui 100 che sui 200 metri, oltre che medaglia d’argento olimpica a Parigi nella 4x100 metri maschile. Agli AGN Championship di Pretoria, Walaza è sceso sotto i 10 secondi nei 100 metri, registrando un tempo di 9”99 che ad oggi è World Lead.
Sia Wilson che Walaza erano nella mia lista dei 10 sprinter da tenere d’occhio nel 2025: sono insieme all’ottima compagnia di Gout Gout, Christian Miller, Puripol Boonson e tanti altri. Leggete la puntata al link qui sotto.
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