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Avatar di martino/pietropoli

Dall’osservatorio di Runlovers riporto qualcosa di personale e qualcosa di più generale.

1. Ricevendo tantissimo materiale per provarlo, il mio unico contributo è quello di non comprarne. Beh, non solo: regalo quello che non uso (parliamo di decine di scarpe e capi di abbigliamento usati poche volte) e lavo ogni volta solo il primo strato. Pantalonicini, calze e antivento li uso più volte

2. Questa è la nota più dolente: su Runlovers cerchiamo da ormai 3 anni di sensibilizzare con articoli singoli ma anche con cicli interi (io ne ho curati diversi) sulla vita più rispettosa dell’ambiente, sull’alimentazione, sui consigli pratici. Posso essere brutale? Non gliene frega niente a nessuno o comunque a pochissimi. Articoli del genere sono scansati come se fossero uccelli del malaugurio o al più come contenessero cose che “È così, cosa ci vuoi fare”. Sono sempre ottimista ma su questo argomento non lo sono molto, ahimè.

Per il resto continuiamo a scriverne, se non altro resterà agli atti che abbiamo fatto la nostra parte.

Grazie, è sempre molto interessante quello che scrivi.

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Avatar di Sara Mostaccio

Mi inquieta sempre vedere alle gare quei cumuli di vestiti abbandonati alla partenza, mantelline di plastica e montagne di bottigliette e bicchieri ovunque. Mi domando anche io cosa si possa fare, a livello di attenzione organizzativa ma pure individuale. Nel mio cerco di fare quanto posso, che corrisponde essenzialmente al fare meno o non fare affatto: vivo di rendita con l'abbigliamento/attrezzature che ho già, mica corro per sfilare; cambio solo le scarpe quando devo, per preservare le ginocchia, e le vecchie scarpe da corsa passano tutte a uso civile finché possibile, oppure le dono se sono ancora in buono stato per camminare; la spazzatura che produco (gel&co.) me la riporto a casa in tasca per il riciclo; corro vicino a casa, per evitare di spostarmi in auto pure per andare a correre. Non so se sia abbastanza, forse non lo è mai. Ma interrogarsi è già un passo.

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