Ecco, ho visto la “gara” di Lievin su Eurosport (quelle americane non si vedono facilmente). Chiamarla gara non è esatto: era semplicemente un tentativo di record del mondo, ovviamente riuscito, disseminato di lepri e lampadine varie, ma no, non era una gara. Ora, da quanto scrivi posso sperare che, se gli atleti più forti venissero schierati in un solo evento, forse vedremmo una competizione vera, ma sino a quando ognuno di costoro (particolarmente il norvegese) cercherà semplicemente il tempo, non ci godremo uno spettacolo agonistico decente.
Secondo me hai centrato un nodo centrale della discussione: e cioè che per come Jakob imposta la traiettoria della propria carriera (la ricerca di praticamente tutti i record possibili tra i 1500 metri e la mezza maratona) e la propria comunicazione, in effetti l’elemento competitivo è secondario. Ha deciso che il suo contributo alla storia dello sport è il primato, e per forza il lato agonistico passa in secondo piano quando non funzionale al record. Lui è questa cosa qui.
Gli altri sono l’opposto: è proprio su questa divergenza che Kerr prende in giro il rivale. Gli altri sono dei competitors puri, i record sono una conseguenza dello spingersi ai propri limiti attraverso la competizione.
Grazie per la risposta. La mia era una considerazione personale, ma voleva essere generale: l’essenza dello sport è la competizione. Certo, nell’atletica, o nel nuoto, il tempo conta, ma, alla fine, conta vincere. E, personalmente, trovo immensamente più spettacolare un 1500 combattuto piuttosto che una corsa solitaria alla ricerca del record. Presumo che, alla base di certe scelte ci sia il guadagno, di fronte al quale, purtroppo, ogni altro valore viene sottovalutato.
Onorato ❤️
Ecco, ho visto la “gara” di Lievin su Eurosport (quelle americane non si vedono facilmente). Chiamarla gara non è esatto: era semplicemente un tentativo di record del mondo, ovviamente riuscito, disseminato di lepri e lampadine varie, ma no, non era una gara. Ora, da quanto scrivi posso sperare che, se gli atleti più forti venissero schierati in un solo evento, forse vedremmo una competizione vera, ma sino a quando ognuno di costoro (particolarmente il norvegese) cercherà semplicemente il tempo, non ci godremo uno spettacolo agonistico decente.
Ciao Luca, grazie per il commento.
Secondo me hai centrato un nodo centrale della discussione: e cioè che per come Jakob imposta la traiettoria della propria carriera (la ricerca di praticamente tutti i record possibili tra i 1500 metri e la mezza maratona) e la propria comunicazione, in effetti l’elemento competitivo è secondario. Ha deciso che il suo contributo alla storia dello sport è il primato, e per forza il lato agonistico passa in secondo piano quando non funzionale al record. Lui è questa cosa qui.
Gli altri sono l’opposto: è proprio su questa divergenza che Kerr prende in giro il rivale. Gli altri sono dei competitors puri, i record sono una conseguenza dello spingersi ai propri limiti attraverso la competizione.
Grazie per la risposta. La mia era una considerazione personale, ma voleva essere generale: l’essenza dello sport è la competizione. Certo, nell’atletica, o nel nuoto, il tempo conta, ma, alla fine, conta vincere. E, personalmente, trovo immensamente più spettacolare un 1500 combattuto piuttosto che una corsa solitaria alla ricerca del record. Presumo che, alla base di certe scelte ci sia il guadagno, di fronte al quale, purtroppo, ogni altro valore viene sottovalutato.