Una volta ho fatto una puntata di A cosa penso quando corro? sulle 10 cose che avrei voluto sapere prima di cominciare a correre.
Erano dieci lezioni apprese con poco più di un anno di esperienza sulle gambe. Oggi, fedelissime e fedelissimi di questa rubrica domenicale voglio rivelarvi il segreto che mi sta permettendo di raggiungere, piano piano, una forma fisica accettabile, di nuovo.
Squillano le trombe, rullano i tamburi: ho ricominciato a dare importanza al sonno. Sì, proprio così: dormire è il segreto.
Vi vedo, come corrette a cercare il bottone per disiscrivervi da questa newsletter. E invece, io vi voglio convincere che non ho detto una minchiata, né un’ovvietà.
Siate sinceri: siete davvero sicuri di non trascurare il sonno? Sì, perché purtroppo ho scoperto che dormire non basta. E direte: “santo cielo, non sono capace neanche di dormire”.
No, tranquilli, siete capaci: le cose sono due. Ridare importanza al riposo nelle nostre vite; adottare qualche buona pratica: qualche buona abitudine che può aiutare a dormire meglio.
Partiamo dal ridare importanza al sonno nelle nostre vite. Perché il sonno è importante?
La farò breve e molto poco didattica.
Punto primo
Avete mai sentito un medico, un dottore, un nutrizionista, un fit influencer dire che il sonno è negativo? Ah no? Ecco, uno a zero per me (no, neanche lei mi ha propriamente contraddetto - speravo di avere dimenticato questo capitolo dell’opinione pubblica patria ma così non è stato).
Punto secondo
Il sonno è culturalmente importante: tanto importante che quando Dante nella Commedia non sa come cavarsi d’impaccio da una situazione spinosa, sviene e si fa una dormita. Addirittura, per rimarcare il fatto che il suo viaggio nell’Oltretomba è fisico, il nostro Sommo Poeta ci racconta i suoi sogni - questo avviene in modo particolare nel Purgatorio.
Dell’importanza del sonno ci dice anche, seppure indirettamente, Manzoni: “Si racconta che il principe di Condè dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi… Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose”
E così, senza aver dormito, o senza aver dormito bene, Don Abbondio e il suo latinorum si fa scoprire dal povero Lorenzo detto Renzo.
Punto terzo
Ho cominciato a rispettare il riposo, a dargli un peso di rilievo nell’equazione che mi può portare a riconquistare lo stato di forma che tanto mi sto sforzando di ritrovare. I risultati non sono tardati ad arrivare.
Ho fatto passare una settimana dall’ultima maratona - a inizio aprile a Milano - prima di ricominciare ad allenarmi. Dalla ripresa degli allenamenti, ho cominciato a correre ogni giorno, riducendo il volume dei kilometri a seduta, ma aumentando l’intensità. E reintroducendo l’allenamento con i pesi, in palestra.
Un sacco di roba, insomma. Senza contare il lavoro, la vita, la socialità.
Nonostante questo ho trovato il tempo per il riposo, e non avrei potuto fare scelta migliore. Perché?
Perché il riposo è il momento in cui il muscolo cresce. Oppure, mentre la memoria codifica e incamera quello che si ha studiato durante il giorno. In cui una nuova partita di cellule nuove nuove sostituisce i vuoti mitocondri sfiniti. È il vero momento in cui si massimizzano i risultati dell’allenamento, della dieta, delle buone abitudini.
Non è un caso che Eliud Kipchoge, il più grande maratoneta della storia, passi il suo temoo facendo tre cose: mangiare, allenarsi e riposare. Leggere, curare il corpo con fisioterapia e massaggi, ma anche e soprattutto dormire. Circa 10 ore di sonno ogni 24 ore.
La mia tecnica di riposo mentre vivevo in Toscana era: tirare la corda sei giorni alla settimana, dormendo anche solo 5 ore a notte; poi dormire un giorno intero alla domenica.
Spoiler: non ha funzionato.
Quello che invece sta funzionando su di me, distillato in pochi punti:
Non mangiare troppo a ridosso dell’ora della buonanotte;
Niente caffè entro le 8 ore precedenti la buonanotte. Sì, lo so, l’assuefazione alla caffeina è molto soggettiva. Ma questa è la mia Newsletter, quindi vi dico cosa faccio io;
Buio completo nella stanza in cui dormo;
Temperatura tendente al freschino nella stanza in cui dormo. In pratica: di notte spengo il termosifone/calorifero;
E soprattutto, la più importante: staccare completamente da qualsiasi schermo almeno (almeno) trenta minuti prima di dormire, anche se l’ideale sarebbe un’ora.
Dopotutto: che cacchio dovrò mai fare attaccato allo schermo fino a mezzanotte? E così ho cominciato ad approfittarne per ricominciare leggere, preparare quello che serve per la giornata successiva - borsa della palestra, cose per il lavoro - lavorare sulla mobilità articolare prima di dormire.
Quanto il distacco dagli schermi sia benefico - mio parere empirico a parte - è riportato in questo articolo.
Bonus finale: soprattutto se usi il cellulare come sveglia, mettilo in modalità aereo. E disattiva la modalità aereo solo la mattina dopo aver finito di preparare la colazione.