Correre una maratona di lunedì
Tutto nel giro di sette giorni: lunedì 15 aprile la maratona di Boston e domenica 21 aprile la maratona di Londra
Buongiorno!
La terza puntata del podcast è in cantiere: mancano solo gli ultimi ritocchi e sarà rilasciata. L’argomento è in parte trattato nella puntata di oggi, che quindi è una breve anticipazione.
Intanto, vi lascio qui le prime due puntate.
Sto ricevendo tantissimi commenti e tantissimo supporto per la nuova branca di questo progetto: vorrei ringraziare tutte e tutti coloro che si sono presi un minuto per una parola, un commento, una critica verso il podcast.
La gara di corsa più dura del mondo: Barkley Marathons
Atene 2004: i trenta secondi che cambiarono la Maratona olimpica
In questo episodio
Perché la maratona di Boston si corre di lunedì?
La maratona è nata a Maratona o è nata a Londra?
Due major in sette giorni
Nel giro di una settimana di aprile si corrono due delle sei maratone più importanti dell’anno, concludendo la stagione delle major primaverili iniziata un mese fa a Tokyo.
Lunedì 15 aprile 2024: Maratona di Boston.
Domenica 21 aprile 2024: Maratona di Londra.
Su A cosa penso quando corro? per celebrare questa settimana di corse raccontiamo due aneddoti. Il primo è legato a Boston: ma il lunedì non è un giorno strano per correre una maratona? Perché la gara di Boston si corre di lunedì? Il secondo è legato a Londra: proprio qui durante i giochi olimpici del 1908 tenuti a Londra è nata la distanza ufficiale della Maratona, 42 chilometri 195 metri.
Perché la maratona di Boston si corre di lunedì?
Non tutte le maratone si corrono di domenica.
Alcune si corrono di sabato. Che a pensarci bene avrebbe anche molto più senso: molte persone il sabato non lavorano, e quindi perché non farsi la propria bella gara di sabato per poi avere la domenica per riposarsi in tutta tranquillità e tornare al lavoro belli pimpanti di lunedì?
E se invece la gara si corresse di lunedì? Eresia!
Le fibre del nostro corpo si ribellano all’idea stessa di correre di lunedì, perché di lunedì si lavora. E comunque, no, proprio non entra nella nostra testa l’idea che il lunedì possa essere un giorno adatto per lo sport: facciamo fatica ad accettare che la Serie A si giochi di lunedì, figuriamoci convincere noi stessi a correre una maratona.
Poi scopriamo che la gara che si corre di lunedì è una delle sei maratone più importanti al mondo. Ma che dico del mondo: della storia stessa della maratona.
Parliamo della Boston Marathon, la maratona su strada a cadenza annuale più antica della storia.
Lo scorso lunedì 15 aprile 2024 la gara ha fatto registrare la sua edizione numero 128. Come ogni aprile dal 1897, da Hopkinton Massachusetts sono partiti 33,000 runner diretti alla linea gialla di Boylton Street, nel cuore di Boston.
Ma perché proprio di lunedì?
No, non si tratta di una strana perversione: gli organizzatori non si sono svegliati la mattina e hanno pensato «in barba alle convenzioni sociali corriamo di lunedì; anche perché così scremeremo buona parte dei partecipanti». Le ragioni per la scelta del lunedì sono storiche; e il fatto che la gara si corra nel primo giorno della settimana (o il secondo nel caso degli anglosassoni) non è un deterrente al numero delle applicazioni che ogni anno vengono inviate al comitato organizzativo della Maratona di Boston - per partecipare alla quale, comunque, esiste un sistema di qualificazioni basate sul tempo registrato in un evento ufficiale.
Per rintracciare il perché la Maratona di Boston si corra di lunedì dobbiamo tornare agli anni delle prime, pionieristiche imprese podistiche sulla maratona, a fine Ottocento. D’altra parte, raccontare della Maratona di Boston è un po’ raccontare della nascita della maratona: i concetti sono inscindibili.
La prima edizione della Boston Marathon nel 1897 cadde di lunedì, ma fu solo una coincidenza fortuita.
Per raccontare la storia per bene non ci catapultiamo in Massachusetts, ma ad Atene, dove nel 1896 si tengono i giochi della prima olimpiade dell’era moderna. Piatto forte dell’edizione? Una gara podistica di lunghezza non esattamente definita, ma comunque assimilabile alla distanza tra la città di Maratona e Atene. Insomma, un sacco di chilometri, almeno per l’epoca.
Così come l’idea generale dei giochi era venuta al francese monsieur De Coubertin, la trovata della maratona fu partorita da un glottologo francese, Michel Bréal: in pieno spirito filologico/scientifico pensa che l’Attica e lo sfondo dei giochi di Atene siano lo sfondo per rievocare quanto più fedelmente possibile una sfida atletica ai limiti del sadico. Chi all’epoca poteva assicurare che l’impresa del povero soldato Fidippide - che nel 490 aC corre da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria in battaglia del mondo libero e democratico greco contro l’orizzonte dispotico e teocratico dell’invasore persiano: e per lo sforzo muore - fosse replicabile senza conseguenze sul fisico degli atleti?
L’idea di Bréal è che attraverso il richiamo al gesto del povero Fidippide la Grecia avrebbe rievocato un evento storico e simbolico fondante per l’idea di libertà occidentale - con effetti benefici a cascata sulla verve riottosa e incazzosa dei greci verso i vicini Ottomani. I padroni di casa, ovviamente, furono entusiasti dell’idea: la realizzazione della gara, però, fu a tratti comica.
La maratona di Atene 1896 è anarchica per dire poco. Le regole di iscrizione sono molto sommarie, non è richiesta l’affiliazione a società e club sportivi per partecipare: se sei pazzo abbastanza da cimentarti in una gara che, per le conoscenze dell’epoca, poteva ucciderti, allora prego, la linea di partenza è a Maratona, a quaranta chilometri da Atene.
Durante la corsa, ci sono partecipanti che, stanchi, pensano bene di farsi un pezzo di strada su un carretto, o di fermarsi nelle case dei contadini sul tragitto per un sorsino di acqua (o di vino).
Nonostante i risvolti poco eroici delle prove di alcuni partecipanti, la giornata per i greci presenti allo stadio Panatinaiko di Atene - dove è posizionata la linea di arrivo - ha un lieto fine, con la vittoria di un pastore greco di nome Spyridon Louis. Entusiasti i reali greci, che scendono in pista per l’ultimo giro dello stadio con il loro nuovo campione, entusiasti gli spettatori. Più di tutti, contenti noi, visto che quel giorno la maratona esce dal folklore e dal mito e diventa sport.
C’era finalmente la prova che l’essere umano potesse non solo correre, ma addirittura sfidarsi su distanze così lunghe!
Tra i tanti presenti elettrizzati dall’idea di aver assistito a un tale evento c’è John Graham, che alla fine degli anni ‘90 dell’Ottocento è direttore della Boston Athletic Association e che era ad Atene in qualità di team manager della squadra americana. Di ritorno dalla capitale greca è deciso: organizzerà la propria maratona nella sua città, Boston. Che, tra l’altro, un intellettuale del secolo precedente di nome William Tudor aveva definito The American Athens: gli astri di un complesso puzzle si stanno allineando a favore di Graham.
Torniamo al 1897: a Boston tutti sono in fermento per questa gara. C’è solo da capire quando correrla.
I membri della Boston Athletic Association avevano individuato non un giorno della settimana specifico, ma una data particolare: 19 aprile, il giorno del Patriot’s Day, una ricorrenza ad oggi considerata bank holiday in almeno tre stati - Massachusetts, Maine, Wisconsin.
In questa data si commemora l’inizio della guerra di indipendenza americana dagli inglesi, iniziata 122 anni prima, nel 1775 con le battaglie di Lexington e Concorde.
Se la maratona di Atene 1896 era stata, ancor prima che un evento sportivo la rievocazione di un simbolo di indipendenza e di ideali democratici - nel 490 avanti Cristo contro i persiani, e oggi contro gli Ottomani - la versione americana della maratona da quale retroterra culturale e politico poteva attingere se non quello delle guerre d’Indipendenza dagli inglesi del secolo precedente?
E così, dal 1897 la Maratona di Boston si è corsa ogni anno il 19 aprile: fino al 1969. In quell’anno il Patriot’s Day viene svincolato da una data specifica: si stabilisce che la ricorrenza debba essere festeggiata il terzo lunedì del mese di aprile.
Ed eccoci qui: rigorosamente di lunedì, il mito della Maratona di Boston, The American Athens, continua ad attirare oggi come 128 anni fa migliaia di podisti da tutto il mondo che si sfidano sulle colline del Massachusetts, tra il pubblico festante dello Screaming tunnel, su Heartbreak Hill e infine tra gli isolati di Boston. Una gara epica, che ha saputo resistere a tutto: le guerre mondiali, la grande depressione, un attentato terroristico; persino il COVID.
Il racconto della Boston Marathon su A cosa penso quando corro? si ferma qui: prosegue, però, su Storie di Corsa: tra pochi giorni uscirà l’episodio Boston Marathon: la gara degli americani.
La maratona è nata a Maratona o è nata a Londra?
La seconda delle Major che si corrono questa settimana è la Maratona di Londra: questa sì, si corre di domenica.
Penso a Londra e mi viene in mente la regina. Penso alla Maratona di Londra e mi viene in mente Joe Strummer sulla linea di partenza della gara, con il suo pettorale D-918 e i pantaloni Adidas a tre bande con i colori della bandiera giamaicana.
Era il 1983 e London Calling era già uscito da quattro anni, i rapporti tra i membri dei Clash non erano sempre idilliaci, e Joe Strummer per fuggire dalle storture della sua routine di superstar faceva perdere le sue tracce e andava a farsi una maratona - clamoroso il caso della maratona di Parigi nel 1982.
La Maratona di Londra è anche questo: puoi togliere i punk dalla città per tirarla a lucido in vista di un evento mondano importante come una delle sei maratone più importanti al mondo, ma non puoi togliere il punk dall’anima dalla città.
Ma Londra è una città che alla Maratona ha dato tanto. Ad esempio, l’attuale distanza di 42 chilometri e 195 metri è stata vagliata per la prima volta proprio a Londra.
Giochi olimpici del 1908.
La maratona comincia a Windsor e fila verso la city. Il termine della gara è nel gremitissimo White City Stadium, lo stadio olimpico: oggi la struttura non esiste più, al suo posto si trovano gli studi della BBC. Il comitato olimpico deputato all’organizzazione delle olimpiadi inglesi regolarizza la distanza di 26 miglia. Fantastico: cifra tonda (almeno in miglia), finalmente.
Il percorso di 26 miglia era destinato a terminare di fronte al palchetto reale, dove Edoardo VII attendeva i prodi atleti: i maratoneti sarebbero entrati in pompa magna dall’ingresso reale del White City Stadium e il loro giro sarebbe finito esattamente dirimpetto alla figura del sovrano. Tutto fantastico.
Il giorno della gara, però, c’è un guaio. L’entrata reale dello stadio è inagibile. Panico, va trovata una soluzione. Gli organizzatori sono costretti a inventarsi una soluzione di compromesso. Si userà un’altra entrata! Come imparerà il povero Lord Desborough, presidente del comitato organizzatore, le cose non sono così semplici. L’utilizzo di un altro ingresso altera il punto in cui cadranno le 26 miglia del percorso: sicuramente lontano dal palchetto reale. Impossibile che la gara non finisca esattamente sotto allo scranno di Edoardo VII.
C’è un’unica soluzione: aggiungere circa trecento metri - metro più metro meno - alla distanza, per far terminare la gara esattamente nel punto designato. E sia: addio cifra tonda.
Il totale fa: 26.2 miglia o 42.195 chilometri.
Il primo atleta a completare la gara sulla distanza ufficiale che ancora oggi la maratona conserva fu un italiano, Dorando Pietri, di Carpi; professione garzone. Nonostante Pietri avesse staccato tutti di dieci minuti, la sua vittoria fu invalidata perché arrivato allo stadio olimpico il nostro sviene per lo sforzo. Si rialza, approccia il traguardo: sviene di nuovo. Si rialza, ma la fatica anche solo a camminare è troppa, così viene aiutato da un presente.
Impossibile, prova da annullare, squalifica.
Pietri, nonostante la squalifica si fa due ammiratori: la prima è la regina Alessandra, che lo premia con una coppa d’argento. Il secondo è Sir Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes: che gli dedica un articolo sul Daily Mail.
Reminder: visto che in questa puntata si parla tanto della Maratona di Atene, c’è una newsletter che racconta di un viaggio proprio verso quella gara. Non perdetevi il racconto di
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Ma sai che è ancora come allora? Atene non richiede tuttora nessun certificato per partecipare alla maratona, nè iscrizioni a squadre o simili, accetti di farla a tuo rischio e dichiari iscrivendoti che stai bene e sei in grado, finita lì 😅
Grazie per la menzione ☺️