A cosa penso quando corro - Vorrei fosse domenica
Cara lettrice e caro lettore di “A cosa penso quando corro?”...
Questa email è un reminder sul fatto che non mi sono dimenticato del nostro appuntamento del giovedì... ma il nostro appuntamento del giovedì è stato spostato alla domenica.
Visto che la piattaforma che sto utilizzando ha avuto dei problemi tecnici, c'è stato il rischio che tu non abbia ricevuto questo aggiornamento vitale.
E che tu mi stia prendendo per un farlocco che ha fatto le cose per bene per due mesi poi si è stufato.
Quindi, ti voglio rassicurare: il tuo appuntamento preferito sta per tornare...
Sono passati 2 mesi da quando in un’assonnata mattina di agosto mi sono detto: “potrei aprire una newsletter, scrivere quello che mi va e vedere che succede”.
Era mercoledì: ho scritto senza troppo pensarci il primo numero, la puntata pilota; il giovedì sera seguente alle 18.30 era fuori “A cosa penso quando corro?” - solo nelle migliori cartelle spam.
E che è successo?
È successo che il primo giorno, appena lanciata l'idea, non si è iscrittə nessunə. Lì per lì mi è pure un po' dispiaciuto. Poi ci ho riflettuto e ho ponderato che a una newsletter mai uscita non mi sarei veramente voluto iscrivere nemmeno io.
Il primo numero è uscito, un po’ alla cieca; ho fatto girare il link e lə primə iscrittə finalmente sono arrivatə.
Poi ne sono arrivati altrə, 25 come i lettori di Manzoni; poi altri 10, poi 5, poi 15 e così via... fino ad oggi: in cui questo svago di mezza estate ha raggiunto un numero di 56 lettori e lettrici.
Innanzitutto, grazie.
“Acpqc?” non esisterebbe senza tu che mi scrivi “parla di questo”, “scrivi di questa cosa”, “leggi questo libro”, “mi è piaciuta questa cosa!”, “ultimo articolo un po’ pesante”.
Dopo questi due mesi posso dire di aver creato quello che c’era nella mia testa: un modo per confrontarmi con altre persone su quello che mi piace, per scrivere senza particolari filtri su quello che voglio.
Si tratta di un grande privilegio, di cui sono fiero.
In secondo luogo, ho intitolato questo episodio “Cambiare”.
E “A cosa penso quando corro?” infatti cambierà. Anzi, manca veramente poco al cambiamento.
Sputo subito il rospo.
Dalla prossima settimana, il mio appuntamento comincerà ad uscire la domenica.
Cambierà anche la mailing list - forse arriverà un blog (sicuramente, presto o tardi, arriverà).
Insomma, cambiare. Non attaccherò nessun monologo infarcito di retorica sul cambiamento. D’altre parte, sto cambiando l’orario di uscita di una newsletter, di certo non sto cambiando il mondo.
Mi pare di vederti, dietro lo schermo, bello perplessə, a chiederti: "Ma perché la domenica?". Che giorno strano in cui fare uscire una Newsletter. Mentre la gente sta a fare nulla tu stai a far uscire la Newsletter?
Il fatto è che per me “A cosa pensi quando corro?” dovrebbe avere esattamente il sapore della domenica mattina.
Quei 5 minuti in più a letto che solo la domenica ti può concedere, a fare nulla di vitale: se non, se vorrai continuare a leggermi, pensieri nati in corsa, sulla corsa e non sulla corsa, su quello che mi suggerisce l'ispirazione mentre faccio ciò che mi fa stare bene.
Oppure una lettura da condividere, in macchina mentre si sta andando da qualche parte, in treno, in metro, all’aeroporto, mentre si aspetta la Serie A, o la Formula 1, o la MotoGP; o i passatelli in brodo per pranzo.
Una lettura per metabolizzare l’amarezza del lunedì che è sempre più vicino. Ma che per quei benedetti 5 minuti sembra non essere un pensiero invadente perché qualcosa di leggero con cui dare ritmo alla giornata continua ad esserci.
E così, mi auguro che “acpqc?” possa restare ancora quell’appuntamento in cui ritrovarsi, in seguito al quale parlare, approfondire, restare in contatto su cose che contano o contano nulla.
Una lettura piacevole e semplice: easy, come una domenica mattina.
Mi scuso con chi si aspettava uno sproloquio sul cambiamento e vi aspetto ogni domenica mattina alle 10 a partire da domenica 30 ottobre 2022.
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Questa settimana ho ascoltato
Ho un fetish conclamato per i pianisti russi del primo Novecento. E ad oggi i pezzi per piano di Rachmaninov sono uno dei piaceri più puri che conosca.