A cosa penso quando corro? Episodio 1
Prossima gara: Maratona di Ravenna, 13 novembre 2022.
Km percorsi in preparazione fino a questo momento: 178.70Km.
@ban.zo_
Ogni tanto qualcuno mi chiede a cosa penso mentre corro. Le persone che mi fanno questa domanda di solito non sanno cosa sia la corsa su lunga distanza. Comunque, ogni volta che me lo chiedono vi rifletto profondamente. Già, a cosa penso mentre corro? Se devo essere sincero, non me lo ricordo nemmeno io. (H. Murakami, L'arte di correre)
A cosa pensi quando corri?
Qualche tempo fa parlavo con una persona che avevo conosciuto da pochi minuti.
Gira e rigira - cosa fai nella vita, cosa cambieresti nella tua vita, playlist che usi per pulire - vuoi proprio che non salti fuori che mi piace correre e che passo una parte abbastanza consistente del mio tempo libero correndo?
Arrivati a questo punto, la conversazione va più o meno così:
«Ma che tipo di corsa?»
«Lunga distanza, molto lunga distanza, tendenzialmente… Si parla di 2-3 ore sulle gambe, incrociando qualche runner a cui capita, di rado, di fare un cenno»
Di solito finisce (legittimamente), in questo modo:
«Wow, tu sei pazzo, io odio correre: fammi fare uno sport qualsiasi ma non correre»
«Ahahah eh vabbè» (:
Stavolta, però, la persona mi stupisce con un’uscita a sorpresa. Mi guarda sbalordita e mi dice:
«Cavolo, 2-3 ore sulle gambe, ma è un sacco di tempo per stare da solo: però chissà quanta musica potrai ascoltare…»
La verità è che non ascolto musica mentre corro - le motivazioni possono sembrare comiche, o da invasato: in breve, grottesche.
A questa risposta, l’incredulità è dipinta sull’intero volto della persona che pazientemente mi ascolta da 5 minuti buoni.
«Ma questo significa che passi con te stesso davvero una grande quantità di tempo. E a cosa si pensa in così tanto tempo che ti imponi volontariamente di passare solo?»
La domanda è semplice, ora ti rispondo. Ho una risposta pronta: poi ci penso, e più ci penso, più la domanda assume contorni abbastanza indecifrabili, vaghi. È una domanda che mi spiazza.
A cosa penso quando corro? In fondo, se non lo so io, chi lo deve sapere? Ci ho pensato per 15 secondi buoni, ho farfugliato qualcosa, ma non ho saputo rispondere.
«Ci devo pensare».
«Ahahah maccome? Vabbè» (:
Si torna a parlare del caro vita a Milano.
Passare 5/6 ore a settimana facendo qualcosa che amo e non ricordarmelo
A quanto mi faccia stare bene questa attività, ad esempio, quando ci penso? Mentre sono a casa sul divano - per un flusso di coscienza spicciolo come questo, la suddetta sarebbe una considerazione da manuale di self-help mica male: vivi l’attimo, carpe corsa.
Eppure, vado a ritmi sostenibili, non obbligo il mio corpo a pensare solo alla sopravvivenza: l’ossigeno arriva bene al cervello (o almeno, è quello che riporta il mio orologio da polso), so scegliere con lucidità i tempi in cui accelerare o rallentare in caso di insostenibilità del ritmo.
Potrei stare più attento a quello che mi passa per la testa?
Non necessariamente. C’è chi vive la corsa come un atto meditativo e ringrazia per la possibilità di non pensare a nulla per qualche ora. Credo di averla presa con questa filosofia subito dopo il mio dialogo. Grazie tante. Arrivederci.
Che sia più complicato di così? Forse per me sì, in realtà.
La realtà è che non sarei tenuto a farlo, ma voglio ricordarmi a cosa penso quando corro. Credo possa dire tanto di me: penso solo alla vendetta? A quanto sarà bello tagliare il traguardo della prossima gara? È davvero tutto così fisico che l’unico mio pensiero è alternativamente “quanto mi sento forte - quanto mi sento debole, quando finisce”?
Credo di pensare molto mentre corro. Avere anche alcune idee buone mentre scorrazzo tra navigli e campi, magari: solo che è un po’ come quando si ha un’idea buona prima di dormire. “Bella idea!” E la carezza del sonno la traghetta in un oblio sognante, e la mattina dopo niente. Una buona disciplina dovrebbe imporre di combattere il sonno e di segnare la famosa idea; credo di averlo anche fatto per un periodo - l’idea non era buona e ho perso il sonno.
Qui poco cambia, solo che la prassi, benedetta prassi, impone di fare stretching: magari, se la corsa è al mattino, di fare la doccia, una colazione veloce e filare a lavoro; se la corsa è alla sera, che altro pensiero può prendere il posto dell’impulso di cucinare? Quasi sicuramente, non quello di prendere carta e penna o accendere il computer (con il quale lavoro) e scrivere. Riflettere consapevolmente su un problema durante la corsa non risolverà questioni, ma forse spronerà a fare meglio, a cercare soluzioni, a informarmi. Chissà… potrei provare…
Una newsletter nata mentre corro, per persone che non corrono
Con questa newsletter mi sprono a tenere un diario di bordo personale che altrimenti difficilmente terrei (ormai ho firmato un patto, mi sono esposto. Potrei anche dire che ho già definito uno stile immutabile, ma non mi spingo a tanto, un monolite simile è troppo per l’episodio 1). Vedo la lista delle mail degli iscritti (i miei personali “25 lettori”), non so chi leggerà la mail. Va bene così.
Se ti interessa provare a entrare per non più di 5 minuti alla settimana (promesso) nella testa di una persona che corre e che pensa a una serie di cose più o meno generaliste che da oggi si sforzerà di rielaborare, allora “A cosa penso quando corro” potrebbe essere una lettura quanto meno gradevole.
Se trovi il contenuto di “A cosa penso quando corro” interessante, scrivimi! Se hai consigli di qualsiasi tipo, articoli, topic da consigliarmi e su cui potrei riflettere per i cavoli miei al mattino presto, su un tapis roulant o alla sera prima del tramonto, mandameli: parliamone. Se l’idea ti sembra una cagata e io ti sembro un pirla, fermami in tempo.
Lorenzo