A cosa penso quando corro - Caro Babbo Natale
Per aggiungere ansia alle nostre vite innaffiate da guerre, caro energie, crisi climatiche, crisi umanitarie in Medio Oriente, un reminder del fatto che è (quasi) tempo di fare la lista dei buoni propositi per il 2023.
Una puntata semiseria su alcuni bias natalizi.
Natale che vai, lista che trovi
Settimana dell'8 dicembre: quest'anno la clemenza del calendario ci ha dato ben quattro giorni a fila per fare l'albero di Natale e prepararci alla stagione di:
sfide social su chi ha il Natale migliore;
sfide social su chi mangia di più;
sfide social panettone vs. pandoro;
bontà eterna;
povertà che non esiste, e quando esiste è un bel modo per pulirci la coscienza con laute donazioni;
male nel mondo che per un giorno e una notte si prende una pausa;
Una poltrona per due (che guardo ogni natale);
Michael Bublé e Frank Sinatra.
E delle liste. Sì, liste. Questo è il periodo delle liste - vedi sopra?
Lista dei regali di Natale, lettera per Babbo Natale, lista della spesa per il cenone; lista delle persone che mi stanno sui maroni e a cui non farò gli auguri - mi scriveranno loro; e a quel punto io "Grazie di cuore a te e famiglia 🎄".
Ma c'è una lista, LA lista per eccellenza, che ogni anno comincia a prendere forma in questo periodo, salvo poi essere finalizzata e siglata con marchio notarile solo negli ultimissimi giorni dell'anno:
la lista dei buoni propositi per il 2023.
Ebbene, amiche e amici di A cosa penso quando corro?, dopo anni passati a cercare di convincermi che fare le liste dei buoni propositi sia qualcosa di salutare e di assolutamente necessario per inquadrare me stesso nel mondo per i 12 mesi venturi, mi sono accorto di una grande verità:
le liste dei buoni propositi del periodo natalizio sono quasi sempre una truffa. Perché? In poche parole: non funzionano mai.
Ok, detto così, fuori contesto sembra esagerato.
Ma questa teoria è assolutamente sensata.
Perché le liste dei buoni propositi non funzionano?
Disclaimer: mi riferisco alla mia esperienza personale; di fatto, cara lettrice e caro lettore potresti già avermi mandato a cagare dicendo "embeh, tutte le cose che io metto in lista, le realizzo; 1-0 per me Acosapensoquandocoso".
La mia percezione, rispetto al me stesso del passato, è che queste liste abbiano due problemi fondamentali:
Problema intrinseco: nascono in un periodo dell'anno sbagliato per fare liste;
Problema strutturale: il destino di queste liste è di diventare, nel migliore dei casi, cloache per tutti i nostri desiderata; nel peggiore dei casi, cimiteri di sogni.
Io stesso sono caduto vittima del senso di illusione speciale che si crea nel momento in cui si crea una lista dei buoni propositi per l'anno successivo.
E ora vedremo perché...
1. Problema intrinseco delle liste: pessimo timing
Queste liste nascono in un periodo sbagliato dell'anno per fare liste.
Pensiamoci un attimo: il periodo natalizio è, nella stragrande maggioranza dei casi - o almeno prima che la pandemia portasse sconquasso, anche se la situazione è apparentemente rimarginata - la nostra isola felice dell'anno.
Le nostre preoccupazioni del periodo sono: mangiare, guardare film, vestire gli animali domestici con maglioni natalizi, scartare regali; prenotare ristoranti e controllare che i cappelletti e il cotechino non cuociano troppo.
Il mondo là fuori smette per una settimana di essere un posto orribile, perché tutta l'umanità è unita sotto il segno dell'amore.
E, vi confesso, è bellissimo così.
Poter fare finta per 10 minuti che tutto sia esattamente a posto, che per una notte possiamo dormire tra due cuscini; ci penseremo domani. È una sensazione bellissima. È per questo che mi piace il Natale, non lo nascondo.
E quindi? Dove sta l'inghippo?
Siamo nella migliore condizione possibile per pensare che tutto andrà bene. Anche a lungo termine.
Il cibo è in tavola, le case sono calde. Andrà tutto bene. E allora cominciamo a promettere a noi stessi e agli altri che faremo questo, che faremo quello.
Lo spirito del Natale alberga in noi. Il mondo è dalla nostra parte perché siamo tutte e tutti in una grande famiglia universale che farà di tutto perché i nostri sogni si avverino.
2. Problema strutturale: togliere invece che mettere
Proprio perché viziati da questo ecosistema benevolo e da un mondo fraterno che sembra fare il tifo per noi, siamo portati a trasformare le nostre liste dei buoni propositi in... una cloaca di desiderata molto scarsamente realizzabili nel corso di un anno.
E non è finita qui: perché la benevolenza del periodo porta ad aggiungere cose, rendendo le nostre liste lunghissime.
E quindi ci ritroviamo a mettere sulle nostre spalle il peso di promesse insostenibili che facciamo a noi stessi.
E che in molti casi siamo destinati a disattendere presto, non appena ci troviamo fuori dalla zona di comfort che ci porta a pensare bene che possiamo arrivare a fare precisamente quello che vogliamo.
Poi ci scontriamo col muro della realtà...
E appena fuori dalla comfort zone natalizia e festosa torniamo in un mondo che non è stato concepito per aiutarci a fare soldi, raggiungere obiettivi sportivi, trovare l'amore della nostra vita, ecc. ecc.
Le persone hanno la propria vita e i propri obiettivi, che differiscono dai tuoi. Se domani hai deciso di fare i tuoi primi 10 kilometri di corsa, potrebbe piovere.
La situazione perfetta - in una parola natalizia - entro cui cominciare qualcosa non esiste.
Non fraintendetemi: non voglio fare il disfattista
Anzi.
Per primo, credo nel potere della forza di volontà - anche perché se non ci credessi potrei davvero stare qui a raccontarvi di come ho corso una maratona?
E soprattutto: per primo, ho sbagliato tante di quelle volte a impostare la mia lista dei desideri che se mi avessero dato 1 euro per tutte le promesse disattese miliardario lo sarei davvero.
Il mio è un tentativo di ragionare in maniera semiseria su quello che possiamo fare per rendere la nostra lista dei desideri più facile da avverare.
Infarcire la lista di desideri come "diventare miliardario", "correre i 100 metri sotto i 10 secondi", "trovare l'amore della mia vita", "leggere 12 libri al mese"... non è un metodo producente per metterci nel mood per fare le cose.
Per due motivi principali:
Nominare una cosa che si vuole fare non porta automaticamente alla realizzazione della stessa.
Non è che non si debba essere ambiziosi ma... i grandi traguardi finali necessitano di tante tappe intermedie.
Per quanto riguarda il primo punto.
Purtroppo, il cervello umano vive in una salamoia di bias e facilmente si frega da solo: quando dici ad alta voce qualcosa che vuoi fare, ti senti come se in parte avessi già realizzato questa cosa... anche se, purtroppo non è qualcosa di reale. Sei esattamente dov'eri un'istante fa.
Dire "A maggio correrò la mia prima maratona" è diverso dal prendere le scarpe, uscire, correre per la prima volta in 30 minuti. Una delle due azioni ti porta materialmente più vicinə alla realizzazione del tuo obiettivo.
Non che sia sbagliato maturare la convinzione, ambizione o desiderio di voler fare qualcosa di ambizioso. Niente affatto.
È solo la maniera in cui noi stessə ci si carichiamo di aspettative ad essere poco sostenibile e alla lunga controproducente.
E... quindi?
La mia lista di cose da fare nel 2023 parte dal più grande insegnamento che ho appreso nel 2022.
Set the ball rolling.
Fai girare la palla - tradotto: comincia a fare la cosa che vuoi cominciare a fare. Ancora prima di scriverla nella tua lista delle cose da fare.
E questo vuol dire solo una cosa: spezzettare l'obiettivo finale in più tappe intermedie.
Non si corre una maratona senza avere mai corso neanche per 5 minuti a fila; non si impara a programmare un'applicazione senza aver imparato prima le nozioni di logica; non si scrive un libro senza aver scritto la prima frase.
E così via...
Spero che queste riflessioni possano essere uno spunto per creare liste dei buoni propositi meno severe nei nostri confronti, più sostenibili, sane, che settino standard duraturi per arrivare a raggiungere gli obiettivi più ambiziosi che abbiamo.
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Questa settimana ho ascoltato...
Blur. Aspettando Lucca a luglio 2023.