A cosa penso quando corro - A cosa penso quando corro: come ho costruito la mia abitudine a correre
Prossima gara: Maratona di Ravenna, 13 novembre.
Km percorsi per la preparazione: 228.9Km.
Come si arriva a correre una maratona dopo 5 anni di palestra?
Chi frequenta la palestra sa dell’odio (malcelato fastidio) dei bodybuilder e dei palestrati in generale per il cardio - dicasi cardio qualsiasi attività aerobica, dal salto della corda alla cyclette, all’ellettica, passando, ovviamente, per la corsa, la camminata o la camminata in salita.
Perché?
La credenza diffusa è che il cardio possa perversamente rischiare di bruciare la massa muscolare costruita con fatica.
Va bene, va bene, aiuta a bruciare grasso, potenziando gli effetti di deficit calorico (e quindi brucia pure della massa magra): resta l’attività più noiosa a cui un “palestrato” possa pensare di sottoporsi.
Non mi addentrerò nella questione.
Tuttavia, resta pur vero che non credo di aver mai visto un "palestrato" prendere seriamente il cardio, o per lo meno prenderlo con la serietà con cui allena il petto o la schiena.
*Non passeremo sotto silenzio il fatto che Andrea Presti, IL miglior palestrato italiano in circolazione, consigliasse a 50enni di praticare il cardio per la loro salute. E che io stesso abbia visto coi miei occhi lo stesso fare cardio, nonostante sembrasse (si può dire) molto più impacciato di me, ecco. Un conto e "non mi piace fare una cosa". Un conto è so cosa serve fare se voglio essere il migliore.
Anche io ero (provavo a essere) un palestrato, e la pensavo esattamente così. Volevo tirare su più peso degli altri che è, non fraintendetemi, un'attività divertentissima (e utilissima), e che ancora mi diverte anche se mi trovo a livelli di forza di gran lunga minori rispetto al passato.
E il cardio? Totalmente non attraente, non sexy. Mettermi su una cyclette mi faceva venire il mal di testa. Mettermi a correre? Corre chi ha rubato.
Come è arrivato, quindi, un appassionato di palestra ad arrivare a praticare uno sport che lo sottopone a 4/5 sedute di cardio (il running, il cardio per eccellenza) settimanali su base volontaria?
La tentazione sarebbe quella di dire: “Lo trovo abbastanza semplice: non sono mai stato tagliato per la palestra e il bodybuilding. Metto su grasso troppo facilmente, e altrettanto difficoltosamente lo perdo. I miei muscoli non crescono abbastanza, nonostante un impegno quotidiano e la supervisione di un esperto che con me le ha provate davvero tutte; comprovando la mia dedizione.
Poi, un giorno, un po’ per gioco, un po’ per casualità, un po’ perché punzecchiato da qualche amico, metto le scarpe da corsa e corro 10km alla mia prima seduta senza accusare particolarmente il colpo”(lì per lì il colpo si accusa solo relativamente. Spesso, è più la gioia per dover smettere di correre, finalmente. A livello di dolori, è sempre il giorno dopo il problema).
E fin qui tutto bene. E mi sentirò dire “troppo facile appassionarsi a qualcosa che ti riesce bene senza neanche uno sforzo apparente”.
Tralascerò il fatto che la corsa, contro ogni mia previsione, è un'attività che mi ha donato una calma, una tranquillità e una pace dei sensi che cercavo da tempo. Un detox da tutto: digitale e sociale. Il mio momento di quiete e riflessione.
Certamente, all’inizio potrà anche avermi guidato il fatto che qualcosa mi venisse (finalmente) bene, meglio di quanto non venisse ai tanti miei amici molto più forti di me in palestra. Mi avrà potuto guidare anche il fatto di aver potuto dimostrare di non essere proprio un buono a nulla completo dopo anni di sberleffi… e poi?
Quando scatta la molla?
La molla scatta abbastanza presto:
"ho corso così facilmente per 10km alla mia prima uscita? Quanto tempo potrà passare dalla mia prima maratona?". Credo di averlo pensato entro la prima settimana di corsa. Cazz, sapevo di avere complessi e di essere per certi aspetti ipercompetitivo... ma pensavo anche di essere razionale: quale persona razionale può mettersi in testa di sfiorare e basta l'idea di correre una maratona dopo 10km totali sulle gambe?
Quando parlavo in questi termini non sapevo evidentemente di cosa stessi parlando. 10Km sono uno sport; 21Km (mezza maratona) è un altro sport. 42km è un film completamente diverso.
Come per tutte le cose, la questione non è così semplice.
Serve un piano? Certo! Servono degli accorgimenti tecnici? Sicuramente!
Ancora più importante, però, serve un "Perché?". Credo sia necessario, infatti, dare una risposta sincera a questa domanda: «Ma chi te lo fa fare?»; il rischio è pur sempre quello di trasformare un'attività che ami in una che odi.
L'urgenza della domanda si presenta sempre molto presto: una risposta che sia convincente, invece, arriva sempre dopo molto tempo.
Tutto quello che devi fare se vuoi migliorare è...
“Costanza”.
Ah, la panacea di ogni mal di scarsa produttività. Vai a vedere un qualsiasi esperto di una qualsiasi cosa: per crescere in quello che fa ti dirà che quello che serve è la consistency. Non sottovaluterei lo sviluppo di una certa "resilienza" - meraviglioso concetto rovinato dai marchettari nazional popolari italici (maledetti, hanno rovinato una nazione), che gli hanno conferito un'indebita sfumatura self made man - intesa come capacità di superare il trauma dell'adattamento a un nuovo corso.
La costanza è un muscolo; un muscolo non cresce in condizioni a lui favorevoli. Un muscolo va messo sotto stress, va lacerato perché cresca. Non basta farlo una tantum. Sarebbe facile e bellissimo: ti allacci le scarpe, corri 10km al mese e sei pronto! Purtroppo non è così praticamente per nessuno. Ci vuole disciplina, devi sottoporti a un’operazione totalmente controintuitiva - mettere il tuo corpo, e con esso la tua mente, in una posizione molto svantaggiosa e debilitante - per tanto tempo.
Bene, tra tanti muscoli che ha il corpo e che sono sapientemente orchestrati durante il gesto della corsa, a portarti in fondo a una maratona non è un muscolo "fisico": è la costanza. Uscire di casa per correre ogni volta che il tuo piano settimanale lo prevede. Mangiare e bere quanto il tuo corpo ti chiede, per performare al meglio. Dormire le ore che è necessario dormire per ottenere un buon allenamento. Decidi tu, quando, come, con chi, ma devi farlo; con costanza giornaliera, settimanale, mensile.
Ma la costanza non subentra subito. La costruzione di un’abitudine - che in questo caso è stato il catalizzatore più efficace per portarmi a essere costantemente preso dalla mia preparazione di una gara tanto impegnativa - richiede tempo. Alcuni dicono 21 giorni: sinceramente, non ci ho fatto caso, e non credo sia una di quelle cose a cui pensare troppo (è un po' come aspettare che l'acqua vada in ebollizione quando si ha fame).
6 cose che puoi fare per aiutarti a partire
Sia chiaro: quanto segue non vale solo per la corsa. Può valere per qualsiasi cosa tu abbia voglia o debba, per qualsiasi motivo, fare. Ripensandoci a posteriori, credo sia perfettamente applicabile anche per il modo in cui ho cominciato a vivere in maniera sana (e sicuramente più spensierata) il mio rapporto con il running.
1. Parti da una domanda: ti importa veramente fare questa cosa?
È la domanda preliminare, il "Perché?". Certo, a volte, per fortuna, si agisce di puro impulso. Oppure si è trascinati contro voglia e fortuitamente in situazioni nelle quali si è poi in grado di mostrare inaspettati talenti.
Quindi: ti importa veramente fare questa cosa? Devi metterti in forma: ti importa davvero farlo? Se la risposta è NO: bene, metti da parte, fai altro. Non è il momento giusto per iniziare. Non perderci troppo tempo e passa oltre, per ora.
(Non sto scoraggiando la pratica dell'attività fisica, che anzi, ti incoraggio a praticare. Tuttavia, non ci si scappa, se la motivazione giusta non c'è... stai perdendo tempo e basta)
2. Smetti di essere perfezionista
Non ti porterà da nessuna parte.
Il perfezionismo ti sta impedendo di fare un sacco di cose divertenti. Non ce n’è bisogno. Nessun* uscirà di casa e riuscirà a correre per 21km a fila, per un'ora di tempo senza mai fermarsi, o con una tecnica perfetta fin da subito. Molt* non avranno neanche le scarpe adatte (neanche io le avevo, all'inizio).
Sticazzi.
Esci di casa e corri. Poi, se ti sei divertito, comprati un paio di scarpe da corsa e ripeti (se non correrai mai più, sappi che le scarpe da corsa sono comodissime per camminare e stare in piedi per molto tempo).
Ne parlerò più approfonditamente in un episodio in arrivo.
*Anche perché il perfezionismo ha effetti collaterali mica da ridere - senza scomodare chi ha un'effettiva patologia. Meglio cominciare a correre e essere lenti che stare a casa fermi ad aspettare di essere perfetti senza fare nulla.
3. Abbraccia la mediocrità
Che è direttamente collegato al consiglio precedente.
Non puoi pretendere di correre 10km in 40 minuti alla tua prima uscita. Probabilmente non potrai correre nemmeno 10km, e forse nemmeno per 40 minuti. Tutti partiamo dalla mediocrità. E non fraintendere quanto ho detto su di me poco sopra. La mediocrità è relativa; anche i tempi per uscirne lo sono: quanto tempo potrai dedicare a fare qualcosa decreterà quanto prima uscirai dalla mediocrità.
E comunque, quando si tratta di hobby essere mediocri non è una colpa (perseverare diabolicamente nella mediocrità senza mettersi in discussione lo è).
4. Datti obiettivi realistici
Su YouTube vedo video come: “Ho corso una maratona senza allenamento”. O ancora “Ho corso una maratona dopo un mese di allenamento [mai corso in vita mia]”. Non è vero. Non è realistico. Può anche essere stato fatto, ma non è il modo di costruire un abitudine.
Comincia con un task raggiungibile: credi di essere in grado di uscire di casa e correre per 10 minuti per poi passeggiare per 30 minuti? Suona molto meglio, vero?
In questo periodo il mio cervello è candidamente settato sul correre per una sola ora, con poche eccezioni nel weekend. Lo assecondo! E quando ricomincerò a lavorare in presenza, a Milano, allora sarà davvero impossibile correre per più di un'ora, al mattino.
5. Non essere così sever* con te stess*
Durante un percorso di crescita, di qualsiasi tipo, le giornate "no" capitano. Due mattine fa ho corso quasi due kilometri in meno del mio solito a parità di tempo impiegato. Stamattina tutto è tornato a regime: anzi, ho aggiunto addirittura 500 metri al conteggio!
Non sei il tuo passo al kilometro, o i titoli che guadagnerai.
Le variabili in gioco sfuggono da qualsiasi logica: hai dormito un’ora in meno? Il pranzo ti è stato sullo stomaco? Qualcosa ti stressa? Continua a lavorare: non ripartirai dalla peggior versione di te stesso, ma da dove avevi interrotto la tua striscia positiva.
6. Tieni traccia dei tuoi risultati (monitora il processo)
Lo ritengo, forse, il take away più importante. E ne parlerò molto in diversi episodi futuri.
Utilizza un’applicazione come Strava, Nike Running App; oppure, perché no, WeWard (che monitora i passi e ti dà una piccolissima quota per ogni passo compiuto); oppure Notion - la sentirai nominare spesso.
Tenere traccia dei miei progressi mi ha aiutato a guardare in maniera positivamente critica (e fiera il mio percorso). La linea dei progressi che si definisce, su Strava, i Kilometri che si accumulano. Io che non sono più quello di un mese fa, ma che piano piano miglioro. È una bella sensazione!
Guarda il seme che hai gettato quando semplicemente hai "fatto qualcosa" che ritenevi essere positivo per te stess*. E se per caso non fosse positivo? Se smarrisci il tuo vero "perché?" (il famoso punto 1)? La risposta la sai già.
Consiglio bonus per chi è arrivato in fondo: ma chi cazzo ha detto che devi correre una maratona? Esci di casa e goditela.
Se questi consigli ti sono sembrati sensati, se ne provi già qualcuno o se ne aggiungeresti alcuni, fammelo sapere. Scrivimi su Instagram all’account @ban.zo_.
Se vuoi aiutarmi a crescere
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Questa settimana ho ascoltato…
Fontaines DC - Dogrel
A presto!